“Un cuore in organza” di Sandra Carresi
Recensione di Luciano Domenighini

Come spesso accade nelle più autentiche e accreditate “maison” poetiche, è qualcosa di vago, di indefinibile e di inclassificabile a fare da perno, da centro di gravità alla poesia di Sandra Carresi.

Nel suo caso qualcosa che sta in bilico fra il sognante abbandono e l’ansia di giustizia in un clima intimo, esclusivo, dove gli affetti vengono adunati, custoditi, difesi e quindi consegnati a una dimensione mitica. Fin dagli esordi, d’altro canto, la sua poesia ha sempre avuto come tema portante il valore e il senso dei ricordi, la memoria come retaggio residuale del tempo vissuto e risorsa per il presente; i ricordi come ce li restituisce il tempo trascorso, ogni volta rielaborati, ogni volta mutati, ma sempre, puntualmente, imprescindibili e veri.

Anche nella sua recente silloge, “Un cuore in organza”, la sua è una poetica della memoria intesa a salvare il passato, evocandolo, ricostruendolo e celebrandolo ma anche trasformandolo, attraverso un tono ora elegiaco, ora meditativo, ora profetico, in apologo, in fonte di saggezza.

Il modulo metrico è variabile e parte sempre da un registro colloquiale, confidente, di prosa spezzata in versi salmodianti, quasi casuali, lungo il quale si inseriscono, come d’improvviso, accensioni liriche che hanno la forma e l’enfasi di versi singoli, compiuti, talora splendidi per eloquenza e intensità.

In un esposto poetico evocativo politonale, sempre vigile ed accorato, eloquio intessuto ora di meditazioni raziocinanti ora di subitanei abbandoni allo struggimento emotivo, si incastonano come gemme sintagmi in genere di un verso (o di due, come nello splendido distico settenario-novenario ” della canora culla/ del mio perenne azzurro amore” da “Non batte più”) che, pur ben legati al dettato che li precede (o che li segue) da abili enjambements, hanno una loro autonomia, una loro compiutezza.

Questa “nonchalance” linguistico-stilistica tuttavia prende le distanze sia dall’enfasi di ricercatezze accademiche che da temerarie incursioni nel sensazionalismo sperimentalistico; al contrario ripiega sempre di buon grado nell’occasionalità del linguaggio corrente, nella sua collaudata e consolidata efficacia.

Questa scoperta disinvoltura e libertà formale nel variare il dettato poetico è la cifra distintiva di questa poesia della memoria, elegia semplice e dignitosa, mite e colloquiale, sorgiva e commossa.

Scrigno di ricordi, urna di saggezza.

Luciano Domenighini
(Gennaio 2016)

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Un cuore in organza

Collana Indaco – Poesia
Sandra Carresi

15.11.2015, 74 p., brossura
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
Postfazione: Anna Maria Folchini Stabile
ISBN 978-88-98643-50-9

TraccePerLaMeta Edizioni

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