È uscito il libro di Luciano Domenighini “Esercizi di rima”

Comunicato stampa

Esercizi di rima è l’ultima fatica poetica di Luciano Domenighini, che si cimenta questa volta non solo nella ricerca di una forma metrica elegante, ma anche nella cura comunicativa di messaggi ricchi di passione, ironia e attenzione alla vita, sempre e comunque.

 



 

Collana Indaco – Poesia

Curatore: Ilaria Celestini

Dimensioni: A5 mm

ISBN : 9788885566774

Novembre 2020, 160, Filorefe

 

TraccePerLaMeta Edizioni

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E’ uscito “Il giardino dei semplici” di Luciano Domenighini

Comunicato stampa

Una silloge elegante, come è nello stile di Luciano Domenighini, dove la forma conferisce struttura e sostegno a contenuti che sono densissimi dal punto di vista semantico.

Quinari, senari, settenari, ottonari si rincorrono, metaforicamente, e danno vita a una rappresentazione sapiente di un percorso che attraversa passato e presente, delineando scenari che riportano a emozioni d’amore, contemplazioni, ricordi, aspettative, illusioni, speranze; sempre s’intravede, con discrezione e misura, il sorriso auto-ironico e ironico dell’Autore, elegante artefice di componimenti impeccabili dal punto di vista formale, fortemente efficaci dal punto di vista della forza rappresentativa e sempre composti e garbati sul versante del messaggio che non è mai oscurato o posto in secondo piano dalla perfezione della patina esteriore, ma ne viene in realtà messo in risalto.

Un libro che insegna ad amare la bellezza dell’arte e dell’esistenza; una silloge preziosa, da gustare d’un fiato e poi da rileggere, più e più volte, per scoprire e apprezzare sempre nuove sfumature di tutta la ricchezza che è racchiusa nell’animo umano e in ciascuno di noi.

 



Collana Indaco – Poesia

Curatore: Ilaria Celestini

Dimensioni: A5 

ISBN : 9788885566590

11.2019, 192 p., Filorefe

 

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Traduzioni da Orazio, Persio, Giovenale e Marziale; esce “Poeti satirici latini” di Luciano Domenighini

Comunicato stampa

Luciano Domenighini con traduzioni eleganti e scorrevoli che permettono una lettura dei Classici piacevole e intensa, vuole fare memoria di scritti immortali il cui valore attraversa e trascende i secoli. I poeti tradotti sono quattro: Orazio, Persio, Giovenale e Marziale. I passi scelti evidenziano realismo e misura in Orazio, idealità e intransigenza morale in Persio, risentimento e sarcasmo in Giovenale, mimesi e umorismo in Marziale. Quattro modi diversi di fare satira, quattro registri, quattro coni di luce che illuminano e svelano, in modi diversi, la società della Roma del primo impero e vizi e virtù della natura dell’uomo che resta immutato nel tempo.


Poeti satirici latini

Collana Avorio – Saggistica
Luciano Domenighini

[Pagina Web Autore]

11.2.2019, 320 p., filorefe
Formato: 148×210 mm
Prefazione: Chiara Filippini
Postfazione: Niccolò Dell’Erba
Nota critica: Ilaria Celestini
Curatore: Ilaria Celestini
Direttore editoriale: Ilaria Celestini

ISBN: 978-88-85566-23-1

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Effluvio di vissuto nelle anime attente e amanti di un’arte immortale; esce “Le belle lettere” di Luciano Domenighini

Comunicato stampa

Non è semplice scrivere poesia, così come non lo è mai aprirsi agli altri e rivelarsi anime nude, esseri speciali che del proprio io sanno consegnare a piene mani quel sentore di sensibilità da condividerne la forza o la fragilità umana. Ci sono autori che hanno quel “quid” originale, perché facili alla comunicazione del proprio pensiero e ci sono poi autori che, oltre a questo, hanno anche la capacità, la maestria, la preparazione a costruire versi ricchi di valore morale, evocativo, civico, introspettivo usando la tecnica/arte-poetica dove il verso viene avvalorato con stili e ottime costruzioni sintattiche. È il caso del nostro autore. Luciano Domenighini, in questa sua mirabile raccolta di versi, ha assorbito dalla poesia ogni riflesso e incanto donando al lettore l’eleganza dei versi, la padronanza degli stili e una grande emozionalità che dal primo istante propaga come effluvio di vissuto nelle anime attente e amanti di un’arte immortale.

Marzia Carocci




Le belle lettere

Collana Indaco – Poesia
Luciano Domenighini

Curatore:Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
Direttore di Collana: Marzia Carocci
21.9.2017, 118 p., brossura

ISBN 978-88-85566-09-5

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Traduzioni da Lucrezio, Virgilio e Ovidio;
esce “Poemi didascalici latini” di Luciano Domenighini

Comunicato stampa

Domenighini, appassionato e sensibile traduttore, sceglie di accostare tre giganti della letteratura latina: Lucrezio, Virgilio e Ovidio. Il filo conduttore del suo interesse è il poema didascalico, inteso non solo come strumento per tramandare conoscenze, ma soprattutto per rivelare la personalità di uomini e poeti straordinari che hanno ancora molto da dire al nostro mondo. Accostiamoci, dunque, alle opere dei poeti latini con rispetto, ma senza paura, senza timore, curiosi del mondo lontano che ci testimoniano, ansiosi di ritrovare noi stessi nelle loro parole, capaci di vederli nella loro singolarità e non in un piatto orizzonte atemporale che chiamiamo genericamente “classicità”.


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Poemi didascalici latini
(Traduzioni da Virgilio, Lucrezio, Ovidio)

Collana Avorio – Saggistica
Luciano Domenighini

13.4.2017, 304 p., filo refe
Curatore: Anna Maria Folchini Stabile
Prefazione: Chiara Filippini
Postfazione: Marzia Carocci

ISBN 978-88-98643-92-9

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Musicalità, ritmo, suono riprendono una danza al di là dell’idioma; esce “Saggio di traduzione – da Valéry a Verlaine” di Luciano Domenighini

Comunicato stampa

Tre altissime interpretazioni di grande valore letterario che Luciano Domenighini traduce con estrema perizia e grande trasporto analitico: “La Jeune Parque” di Paul Valéry poema pubblicato nel 1917 “Cimitière Marin” di Paul Valéry poema pubblicato nel 1920 “Romances sans paroles” raccolta poetica di Paul Verlaine composta fra il 1872 e il 1873 e pubblicata nel 1874.
Musicalità, ritmo, suono riprendono una danza al di là dell’idioma, quasi a sottolineare che la poesia senza musica è solo afona parola. Luciano Domenighini coglie la voce e l’anima dei due autori facendo propri i versi e il canto.

MARZIA CAROCCI


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Saggio di traduzione
da Valéry a Verlaine

Collana Avorio – Saggistica
Luciano Domenighini

9.2016, 120 p., filo refe
Curatore: Marzia Carocci
Nota Interpretativa: Marzia Carocci
ISBN 978-88-98643-69-1

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Centouno liriche che si leggono tutte d’un fiato, come una sola lunghissima, ininterrotta composizione poetica, nella luce, nell’aria di un sentimento vitale, in un amoroso, gioioso flusso di pensiero.

Esce “Dillo a te sola” di Giusy Tolomeo

Comunicato stampa

La siciliana Giusy Tolomeo, scrittrice e poetessa: è autrice di due romanzi (Dune, del 1994 e tuttora inedito; Il giovane Siddharta, pubblicato nel 1998 con il gruppo Edicom) e di una raccolta di poesie, Davide e Betsabea (Albatros, 2012); ritorna qui con una seconda silloge, Dillo a te sola, una raccolta di poesie d’amore, dove questo tema viene affrontato per ben centouno titoli e in tutte le più varie sfaccettature, senza mai giungere a una connotazione specificatamente di poesia erotica. In queste liriche l’amato, come ci avverte in dedica la stessa poetessa, viene idealizzato (da cui il titolo dell’intera raccolta) assumendo caratteristiche superumane, quasi divine: “All’Uomo che venne/ In sembianze diverse/ Perché io lo amassi/ Al di fuori del Tempo/ Al di là dello spazio.”
Da notare il maiuscolo all’inizio di ogni verso, non solo in questa dedica ma in tutte le poesie della raccolta, come se la poetessa volesse sottolineare l’importanza di ogni singolo verso, come di un mondo a parte, dove ama rifugiarsi. La scrittura in versi, quasi quotidiana e per poco più di un anno, come possiamo notare dalla data in calce ad ogni singola lirica.

Dalla Prefazione di Emanuele Marcuccio
Curatore dell’opera

Centouno liriche che si leggono tutte d’un fiato, come una sola lunghissima, ininterrotta composizione poetica, nella luce, nell’aria di un sentimento vitale, in un amoroso, gioioso flusso di pensiero.

Dalla Postfazione di Luciano Domenighini

Quasi un diario poetico che, nel succedersi progressivo dei giorni, esplica il variegante dipanarsi del sentire e del vivere l’amore per un lui, ora tangibile realtà, ora sogno e chimera. I versi talvolta sembrano esprimere l’ancestrale ed adolescente input all’amore che, nel suo primo apparire nell’anima, cerca sinfonica rispondenza per raggiungere la pienezza dell’io. In tale ricerca, la complicità degli elementi della natura che ridono o piangono insieme a lei, spesso in un consustanziale sentire o panica sintesi che innalza il desiderio dell’io a cosmica condivisione.

Il linguaggio poetico insieme nitido ed etereo, analogico o comparativo è adeguato alla proposizione verbale dell’ispirazione che trova nel coinvolgimento simbiotico della natura, lo strumento più idoneo all’espressione del possesso o dell’aspirazione all’oggetto del desiderio e nello stesso tempo, ad una sua mitica trasfigurazione. A tale esito, nello scorrere fluente e libero dei versi,concorrono anche le numerose occorrenze di amare/amore e le frequenti anafore, che marcano con il ripetersi a inizio verso delle parole, le coinvolgenti sensazioni ed emozioni della poetessa.

Dalla Quarta di Copertina di Francesca Luzzio

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Dillo a te sola

Collana Indaco – Poesia
Giusy Tolomeo

4.9.2015, 136 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Emanuele Marcuccio
Postfazione: Luciano Domenighini
Quarta di copertina: Francesca Luzzio
Direttore Collana Indaco – Poesia di TPLM: Marzia Carocci
ISBN 978-88-98643-41-7

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Domenighini e la Francia in «Petite Anthologie»

I lirici francesi di quando ancora il mondo era tutto intero, i poeti delle primavere vagabondate in soli ormai lontani, i versi delle struggenti giovinezze insepolte li ritroviamo qui, in questa attenta selezione curata dal bresciano Luciano Domenighini e intitolata «Petite Anthologie» (edizioni TraccePerLaMeta, 182 pagine, 12 euro). La grande poesia francese, da François Villon a Francis Jammes, c’è tutta, restituita in un italiano fresco da un artista e intellettuale a tutto tondo.Nato a Malegno nel 1952, Domenighini coltiva da sempre con passione e competenza non solo la scrittura, ma anche la traduzione e la critica letteraria di autori italiani e stranieri, dai grandi del passato ai più modesti verseggiatori incontrati nel corso della sua carriera. Dotato di una solida e articolata preparazione metrica, retorica e stilistica, ha pubblicato nel 2004 la silloge «Liriche esemplari», ricevendo poi diversi premi a concorsi letterari nazionali. E a rendere onore al merito argutamente depositato in queste pagine è nella prefazione il francesista Mario Pietro Zani, secondo il quale «il senso di una traduzione come questa è nella passione che anima l’autore, nel fatto che egli ha amato questi poeti e non ha potuto fare a meno di riscriverli lui stesso, di entrare – in un certo senso – nella loro pelle e rifare a modo suo ciò che essi hanno fatto». Domenighini ha alle spalle una lunga frequentazione di libretti d’opere liriche celebri, come «Carmen», «Sansone et Dalila», «Manon», «Pelléas et Mélisande>. Riavvicinatosi ai poeti maledetti negli ultimi anni, «deluso da molte traduzioni – come osserva Zani – ha voluto provare lui stesso a rendere in italiano alcuni degli scritti di Verlaine, Baudelaire, Mallarmè, Apollinaire, Rimbaud, Laforgue, Jammes, Desbordes». E in appendice il curatore trova lo spazio per inserire una chicca: la traduzione di tre dei dodici, semisconosciuti, «Sonnets Cisalpins» di Gabriele dAnnunzio.F.MA.

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http://www.bresciaoggi.it/stories/2676_libri/1205957_domenighini_e_la_francia_in_petite_anthologie/

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Petite Anthologie
Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes

Collana Arancione – Antologie
Luciano Domenighini

27.3.2015, 182 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Mario Pietro Zani
Postfazione: Giordano Tedoldi
Nota Critica Di Quarta: Aldo Occhipinti

ISBN 978-88-98643-35-6

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Esce nella collana “Collana Arancione – Antologie” di TraccePer LaMeta Edizioni: «Petite Anthologie. Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes», sotto la cura editoriale del poeta e aforista Emanuele Marcuccio. Nel Volume, con testo a fronte in lingua originale, il critico letterario e poeta Luciano Domenighini, sceglie e traduce poeti classici della letteratura francese tra Quattrocento e inizio Novecento:

François Villon,
Marceline Desbordes-Valmore,
Charles Baudelaire,
Stéphane Mallarmé,
Paul Verlaine,
Arthur Rimbaud,
Jules Laforgue,
Francis Jammes,
Guillaume Apollinaire.

L’opera si aprirà con una prefazione a cura del prof. Mario Pietro Zani e si chiuderà con una postfazione a cura dello scrittore Giordano Tedoldi. Chiuderà il libro una quarta di copertina con una nota critica a cura del poeta, scrittore e critico letterario Aldo Occhipinti.

Leggere la parola “antologia” sulla copertina di un libro, riporta immediatamente, per necessità lessicale ma anche per la consuetudine di ciò che abbiamo appreso sin dai banchi di scuola, all’immagine fredda e meccanica di una “raccolta di passi scelti di uno o più scrittori confezionata per scopi didattici”. Più forte è l’associazione quando, poi, riconosciamo all’istante i nomi degli autori, perché celeberrimi esponenti di una forte e consolidata tradizione letteraria. In realtà, quando la selezione dei testi di una “antologia” è frutto non di esigenze didattico-divulgative bensì del gusto e del percorso estetico, culturale e immaginativo del curatore, la parola “antologia” si carica di una valenza ben diversa.

Vieppiù, quando, oltre ad esserne il curatore critico, del “florilegio” di testi lo studioso è anche il traduttore – originale, appassionato e attento – il libro si carica di un valore del tutto diverso da quello solitamente attribuito alla parola “antologia”: non è più un semplice e sterile “raccoglitore”, bensì un’opera d’arte autonoma e compiuta in ogni aspetto. È il caso della presente Petite Anthologie, dove Luciano Domenighini dà la sua personalissima «testimonianza di una lettura disorganica e quasi casuale, dislocata e disseminata in un lungo arco di tempo di vita e sedimentata nella memoria come un frammentario bagaglio culturale specifico».

Villon, Desbordes-Valmore, Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Rimbaud, Laforgue, Jammes, Apollinaire, fulgidissimi testimoni della produzione poetica in lingua francese tra Quattrocento e Novecento, sono i maestri accolti nel volume. In appendice, poi, si aggiunge un nome che, tra tanti “puro sangue” così indiscussi e rappresentativi, può sembrare un “intrus”: è quello dell’abruzzese Gabriele d’Annunzio. Il camaleontico artista italiano, in realtà, avendo contribuito – prima, durante e dopo il suo soggiorno in Francia – alla storia letteraria d’Oltralpe con opere poetiche, narrative e teatrali vergate in francese, può e deve a buon diritto collocarsi all’interno della Répubblique littéraire française della Belle Époque. È così che, a chiusura di questa squisita Petite Anthologie, possiamo leggere – sapientemente tradotti – tre dei dodici Sonnets Cisalpins, opera quasi del tutto sconosciuta in Italia, che ha sancito l’avvio dell’esperienza letteraria in francese del d’Annunzio.

(ALDO OCCHIPINTI)

142_Petite_Anthologie_900Petite Anthologie
Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes

Collana Arancione – Antologie
Luciano Domenighini

27.3.2015, 182 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Mario Pietro Zani
Postfazione: Giordano Tedoldi
Nota Critica Di Quarta: Aldo Occhipinti

ISBN 978-88-98643-35-6

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E’ un atto di coraggio, di soccorso, di difesa, prima ancora che una silloge poetica la recente raccolta di Ilaria Celestini “Memorie intrusive”.

L’argomento trattato, l’abuso a sfondo sessuale, è insolito per un’opera di poesia e questo non tanto perché i poeti non affrontino, di tanto in tanto, qualche argomento scabroso e “scomodo” che si discosta dal repertorio da loro più frequentato, quanto perché i poeti tendono a trattare i temi prescelti partendo da un punto di vista egocentrico, centripeto, ponendo se stessi e il proprio vissuto al centro del mondo o, se vogliamo, al centro del problema.

Anche se uno spunto autobiografico compare, tuttavia, in quest’opera la prospettiva è estensiva, altruistica, universalizzante.

Ilaria Celestini cover libroLa poetessa, più che dolersi di una condizione propria ed esclusiva, enfatizzandola, sembra voler dar voce al dolore di chi voce non ha più, divenendo testimone e apostolo di una religione che tutela le ragioni e i diritti di ogni vittima della violenza.

I mezzi letterari impiegati sono semplici assai:

si tratta di una prosa lirica “frammentata” in versi in modo spontaneo, istintivo e quasi casuale, senza preordinamenti strutturali di ordine retorico o metrico.

Nondimeno il dettato poetico ha grande limpidezza, spiccata valenza comunicativa e se a tratti cede all’enfasi sentimentale, procede costantemente sull’ala di una sensibilità, di una misura, di un gusto tutt’altro che ordinari.

Queste qualità di equilibrio e di grazia, d’altra parte, sono necessarie e irrinunciabili in quanto l’autrice, trattando il tema dell’abuso e, per esteso, di ogni forma di prevaricazione, condizione che si riduce sempre a una dinamica diretta, interpersonale, pone l’argomento, non già come ci si aspetterebbe, sempre in un aprioristico e deliberato atteggiamento di condanna e di deplorazione, ma, dimostrando grande coraggio e intelligenza, affrontandolo talora ( v. “Ci sono giorni”, “Finiscimi” oppure “Fino alla disperazione”) in un’ottica “borderline”, lungo quella linea di confine, ambigua e misteriosa, che sta tra vitalismo e incoscienza, affidamento e dipendenza, bisogno affettivo e degradazione, scelta, più o meno conscia, e destino.

Relativismo quindi? E quindi “comprensione”, “giustificazione” della violenza, come componente inevitabile della natura umana, come “mistero naturale” immanente e necessario?

No certo, perché a fare da spartiacque fra libertà e crimine, fra sessualità e abominio, Ilaria pone, sacro e irrinunciabile, riservato non solo all’infanzia ma a tutte le età della vita, il concetto di un amore integrale, generoso, inteso soprattutto come tutela della dignità della persona amata.

Quest’opera quindi non è solo un commosso e solidale tributo a tutte le vittime di ogni tipo di sopraffazione ma lo spirito che la sostiene e la alimenta è principalmente e profondamente etico invocando quel “buon senso” che fra tutti i sensi umani, se non appare come il più esaltante sovente risulta , in definitiva, quello più opportuno e prezioso.

Alla delicatezza eufemizzante, tutta femminile, talora floreale, talaltra sognante, che contrassegna la strofa conclusiva di alcune di queste liriche (v. “Questo cielo sommerso”, “Nascerà”, “Addio piccolo sogno”), alla sincera commozione e alla empatica condivisione del dolore, sovente si affiancano il coraggio e la speranza di riscatto e di rinascita, metafora della vita che non vuole finire, che non vuole arrendersi, che non vuole nascondersi e annullarsi nella vergogna e nella sconfitta.

I trenta titoli di questa raccolta sono in realtà un’unica, ininterrotta lirica, un discorso continuo sul bisogno d’amore, sulla sua forza ineluttabile, sui suoi martirii e sulle sue catarsi e trovano forse la loro sintesi e la loro realizzazione poetica più compiute nelle tre terzine, intense e struggenti, de’ “I miei ricordi”.

“Memorie intrusive”, questa a un tempo disinibita e serena elegia dell’innocenza tradita, al di là del suo valore strettamente letterario, è un’opera carica di tensione interiore, vera, autentica, che tocca il cuore.

Travagliato, 9 giugno 2014

Luciano Domenighini

Memorie intrusive

Collana Indaco – Poesia
Ilaria Celestini

27.1.2014, 60 p., brossura
ISBN 978-88-98643-11-0

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