Venerdì 17 aprile 2015 ore 18

presso il Caffè Letterario
(Via Cesare Beccaria, 10 – Brescia)

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
IL PROFONDO RESPIRO DELL’ANIMA

La dott.ssa Ilaria Celestini
(poetessa, scrittrice e critica letteraria)

INTERVISTA L’AUTORE
Dott. Bruno Massaro

Introduzione di
Don Arturo Balducci
(Parroco di Gottolengo)

“Il sé è la parte migliore di noi stessi; rappresenta il nostro Spirito.”

Un Dio di tenerezza infinita, che è vicino agli uomini e che si è fatto Uomo; un Dio che è Padre e Madre insieme, e che sostiene le Sue creature con misericordia e compassione; un Dio che è Amore, un Amore che permea di Sé il mondo intero e l’universo: la visione della vita di questo prezioso libro di Bruno Massaro è rasserenante e invita alla speranza.
E nel contempo è un testo che scava in profondità le miserie e le debolezze umane, puntando  il dito sui mali che affliggono la società del benessere (…)
Con taglio sociologico, ma anche psicologico e filosofico, l’autore compie un viaggio metaforico  alla ricerca dei fondamenti della religiosità più autentica, che va oltre le appartenenze individuali, oltre i rituali e oltre le forme e le formule esteriori, per richiamare all’importanza di una scoperta e di una ri-scoperta di un rapporto più intimo con Dio, con lo Spirito vitale che dona vita alla dimensione materiale e all’anima.

(dalla Prefazione della Dott.ssa Ilaria Celestini)

www.laportadelcuore.org

acquista_online_tplm

 

143_Il_profondo_Respiro_dell_Anima_900Il profondo Respiro dell’Anima

Collana Luce – Spirituale
Bruno Massaro

Introduzione: Don Arturo Balduzzi
Postfazione: Ilaria Celestini

13.4.2015, 162 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-34-9

TraccePerLaMeta Edizioni

E’ possibile acquistare il libro direttamente sul sito del distributore: www.mescat.it
e su tutti gli shop online (Amazon, ibs, hoepli, ecc…) oppure ordinandolo in qualsiasi libreria.

Comunicato stampa

Il testo, a opera di p. Giovanni Belloni, sacerdote missionario del PIME di Milano, è ascrivibile al genere dell’autobiografia spirituale e della testimonianza, pubblicato dietro esplicita richiesta dei numerosi amici ed estimatori della singolare esperienza dell’autore.

Nella ventina di capitoli di cui si compone il racconto, infatti, viene tracciata la storia della vocazione prima al sacerdozio e alla vita attiva nelle missioni del Bangladesh, dove p. Belloni ha trascorso un servizio più che ventennale, dirigendo anche l’Istituto per l’assistenza ai malati di lebbra, e, in un secondo momento, la maturazione della vocazione contemplativa con la pratica dell’ascesi cristiana condotta secondo la modalità tipicamente orientale e in particolare induista dell’ashram: una comunità di preghiera, servizio e meditazione, aperta a persone di ogni parte del mondo e di tutte le fedi e gli orientamenti filosofici.

La narrazione, condotta in prima persona, è una sorta di diario, che mai indulge al compiacimento narcisistico o al gusto dell’esotismo e della curiosità, ma, puntualmente, senza reticenze, esprime i dubbi, le difficoltà materiali e soprattutto morali che una simile scelta comporta.

Particolare risalto viene dato all’esperienza del deserto, in senso spirituale, dove la notte dell’anima ben nota anche a Madre Teresa di Calcutta e a tutti i mistici, conduce a esplorare modalità di vivere la religiosità in modo più intimo e personale, nella ricerca interiore di Dio e nel contempo porta a scoprire la dimensione profondamente olistica, in cui tutto è uno, dell’essere umano e del mondo.

Grazie agli insegnamenti di un maestro di yoga, infatti, p. Belloni ha potuto prendere consapevolezza dell’importanza del corpo, come strumento di aiuto e servizio al prossimo, ma anche a se stessi, da non idolatrare ma al tempo stesso da conoscere e rispettare, quale vero e proprio tempio dello spirito che ci permette di comunicare e interagire con gli altri.

Il vero insegnamento spirituale, però, è stato per l’autore il rapporto con p. Bede Griffiths, monaco camaldolese per quarant’anni in India, dove ha guidato una comunità ashramitica internazionale, seguendo a sua volta l’esempio di altri sacerdoti cattolici che hanno costruito comunità in dialogo interreligioso nel rispetto delle tradizioni locali e nella fedeltà all’identità cristiana.

Padre Griffiths diviene per l’autore il guru per antonomasia, colui che lo introduce all’esperienza spirituale più autentica con Dio e al fiorire della propria seconda vocazione, quella monastica e contemplativa, che non è fuga dal mondo o dalle difficoltà della missione, ma è un’immersione al centro del mondo stesso, dell’universo e del proprio cuore, nell’unità di corpo-mente-spirito per essere ancora di più al servizio degli uomini del proprio tempo e della nostra travagliata società.

Tornato in Italia, infatti, p. Belloni ha condotto esperienze di tipo meditativo e contemplativo ashramitico, dove persone in ricerca interiore e spirituale potessero fare un profondo e  autentico silenzio dentro di sé, per scoprire o riscoprire, attraverso il deserto e il farsi tabula rasa dei rispettivi schemi usuali, la Presenza che sola dona significato all’esistere e al mondo.

Queste esperienze sono state sempre improntate al profondo rispetto della personalità e della libertà di ciascuno, dato che il vero guru non intende suscitare alcuna dipendenza psicologica, ma anzi, ha il compito primario di guidare alla scoperta di se stessi e del proprio peculiare percorso di vita.

In questo senso si spiega il titolo del libro, in cui il maestro spirituale è semplicemente un tramite verso la Meta ultima, un mezzo e non un fine, come il dito che secondo il proverbio indica ai viandanti la luna.

Un testo scritto in stile chiaro e colloquiale, utile a ogni tipologia di lettori, dal laico impegnato e ricco di domande sul significato della vita, al credente che desidera approfondire la dimensione vocazionale, al catechista che ha la possibilità di proporre una serie di riflessioni sul senso religioso più profondo, ai formatori in ambito scolastico, laicale o ecclesiastico, che possono trovare spunti ed esempi pratici sul percorso missionario e insieme contemplativo e sulla necessità di venire in aiuto ai molteplici bisogni degli occidentali contemporanei, spesso materialmente agiati, ma poveri di significato di fronte alla realtà del mondo e della quotidianità.

(ILARIA CELESTINI)

139_Grazie_al_dito_che_mi_indicò_la_Luna_900Grazie al dito che mi indicò la Luna
Un cammino di umanizzazione dell’esperienza religiosa

Collana Luce – Spirituale
p. Giovanni Belloni

28.3.2015, 244 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini
Prefazione: Antonia Tronti
Postfazione: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-31-8

TraccePerLaMeta Edizioni

E’ possibile acquistare il libro direttamente sul sito del distributore: www.mescat.it
e su tutti gli shop online (Amazon, ibs, hoepli, ecc…) oppure ordinandolo in qualsiasi libreria.

tplm-acquista-online

museo_appenzellerL’Appenzeller Museum è nato nel 2009 come museo etnografico di famiglia.
Rapidamente si è espanso nello spazio e nella tipologia degli oggetti raccolti, anche grazie a numerose importanti donazioni.
Oggi copre, nelle sue varie sezioni, un’area di 300 mq con decine di migliaia di “pezzi”, che coprono i più svariati interesse, ed è ubicato nelle prestigiose ex scuderie del conte Puricelli a Lomnago.
E’ stato ideato e viene gestito dall’ingegner Liborio Rinaldi.
Il museo è oggetto di numerose visite da parte di privati, associazioni, scuole; su di esso sono stati fatti servizi da parte di La6, Rete 55 e recentemente da Varese News.
Nell’ampia corte si sono tenute rappresentazioni teatrali e si è svolto un raduno di Ferrari e auto d’epoca.

La Voce del Museo vuole essere un metodo veloce per raggiungere tutti contrabbandieri di cultura. Viene inviato mensilmente per e-mail.
Sul sito www.museoappenzeller.it viene creato un archivio storico con la possibilità di scaricare i singoli numeri.

Gennaio 2015, anno III, numero 1

La Poesia del mese: FILI DI SETA di Ilaria Celestini (pag.6)

2015 01 01 La Voce_Pagina_6

2015 01 01 La Voce_Pagina_1

2015 01 01 La Voce_Pagina_2

2015 01 01 La Voce_Pagina_3

2015 01 01 La Voce_Pagina_4 2015 01 01 La Voce_Pagina_5 2015 01 01 La Voce_Pagina_7 2015 01 01 La Voce_Pagina_8

Valeriano Dalzini - Vibrazioni Cromatiche

Nell’ambito della critica letteraria, raramente avviene che il critico si possa concedere una lacrima di commozione e riconoscenza, perché la lettura professionale di un testo impone l’esercizio della lucidità e la messa tra parentesi delle emozioni personali.
Quando però ci si trova di fronte al racconto di una vita così densa di sofferenze e nel contempo così vibrante di gioia e di gratitudine per l’esistenza stessa, pur con tutte le sue storture e a volte i suoi orrori, commuoversi e lasciarsi trascinare dalla forza interiore e dalla bellezza di un’anima diventa un dovere. Verso se stessi innanzi tutto, poiché si comprende che dalla narrazione che si sta analizzando si sta ricevendo un insegnamento che vale più di qualsiasi titolo, anche accademico, con il dovuto rispetto verso una dimensione aulica che è comunque necessaria e imprescindibile per l’esercizio di questa attività.
E’ dunque con profonda partecipazione dell’anima che ci deve accostare a questo breve ma densissimo testo di narrativa, ascrivibile al genere biografico, a opera di Anna Maria Folchini Stabile e di Annamaria Stroppiana Dalzini, per i tipi di TraccePerlaMeta Edizioni (2013).
L’opera ricostruisce la vicenda umana e artistica di Valeriano Dalzini, pittore e restauratore milanese di origini mantovane, che ebbe la mala ventura di far parte del novero di quei bimbi nati da famiglie italiane trasferitesi in Libia al tempo delle sciagurate imprese di conquista mussoliniane.
Questi piccoli vennero sottratti alle famiglie per sette lunghi anni, con il pretesto di portarli in vacanza in Italia, dove avrebbero ricevuto un’educazione fascista improntata all’addestramento di tipo militare.
Era il giugno del 1940, e dodicimila tra bambini e bambine vennero coinvolti nelle tragedie della Seconda Guerra Mondiale: quando il conflitto ebbe inizio, invece di essere riconsegnati ai loro genitori in Tripolitania, rimasero in Italia, costretti a vivere di stenti e di carità, perché nessuno si prese cura di loro.
Fu solo grazie all’intervento della Chiesa se poterono salvarsi e sopravvivere, sia fisicamente sia psicologicamente e, nel tempo, tornare alle loro famiglie.
La particolarità di questo libro è, dal punto vista compositivo, la duplicità della narrazione: la prima parte, scritta da Annamaria Stroppiana Dalzini, è volutamente allegorica e alleggerita del peso insopportabile del dolore e della solitudine patita dal protagonista; consiste in una favola deliziosa che permette di far comprendere ai bambini di oggi che cosa hanno dovuto subire i loro coetanei di un tempo.
La seconda parte è una narrazione di tipo storico, ma condotta attraverso il filtro del dialogo tra Anna Maria Folchini Stabile e il protagonista della vicenda, Valeriano Dalzini, che si racconta, o meglio, data la sua estrema e pudica riservatezza, si lascia raccontare.
In entrambe le versioni del racconto, quella destinata ai più piccoli e quella per le menti mature, emergono le parole-chiave che esprimono l’orrore e il degrado umano generato dalla guerra.
Fame, fame e poi ancora fame.
Quanta fame ha provato il piccolo Valeriano.
E poi freddo. Tanto freddo, perché i vestiti erano cenci e le scarpe non c’erano.
E dopo queste atroci immagini di miseria, dalle pagine che si susseguono in una fluidità sapiente ecco emergere un lessema che la disumanizzazione indotta dal regime e dal sangue che scorreva in quegli anni lontani non è riuscita a cancellare: il talento.
Quella peculiarità che ciascuno possiede e che lo caratterizza, in maniera indelebile.
Il talento di Valeriano è indiscutibilmente la capacità artistica, che ne farà uno dei più grandi restauratori italiani; ma i doni della sua personalità sono così tanti che è difficile elencarli.
Egli dichiara che per sopravvivere a quanto gli è accaduto nell’infanzia si è aggrappato a due dimensioni: alla fede e all’arte.
E da quest’arte così limpida e nitida nel tratto, così abile nello spaziare dalla raffigurazione corporea classica all’astrattismo e così ben calibrata nelle forme e nei colori, emerge il ricchissimo mondo delle emozioni taciute per anni e fatte riemergere in una grazia composta che diviene inno alla vita.
La fede di Valeriano è semplicemente esemplare: fede in se stesso e nelle proprie passioni, attraversando la povertà con un decoro inimmaginabile, che gli procura la stima di docenti ed esperti; fede nella vita, che rispetta e celebra continuamente, con un’arte che trasmette serenità e armonia; e fede in quel Dio invisibile che è presente negli uomini e in particolare negli ultimi, a cui mai questo grandissimo uomo ha fatto mancare l’aiuto, divenendo accompagnatore umile e silenzioso ma sempre sorridente degli infermi pellegrini di Lourdes.
Altre bellezze di quest’anima è giusto tacerle, per lasciare al lettore il piacere di scoprirle e d’incontrare tra le righe anche il nucleo familiare di Valeriano oggi: la sua straordinaria consorte Annamaria e i due figli esemplari Laura e Stefano.
Questo libro è pienamente degno di figurare tra le letture scolastiche e formative di ogni ordine e grado; contiene insegnamenti morali mai come oggi indispensabili sia a chi si affaccia alla vita e ha bisogno di una guida, sia a chi è maturo e spesso cede allo sconforto per le contraddizioni dell’epoca in cui viviamo.
Tante sono le lezioni che ci offre il Maestro Valeriano, oggi sofferente e ottuagenario, ma sempre appassionato del mondo come un ragazzo: tra queste, la fiducia nella sostanziale bontà della vita e l’invito a non competere mai con gli altri, e a desiderare sempre e incessantemente d’imparare e di coltivare il coraggio e l’umiltà di cambiare per migliorare noi stessi.

Brescia, 7 Dicembre 2014

Ilaria Celestini

Valeriano Dalzini. Vibrazioni Cromatiche.
Dalla favola alla realtà

Collana Oltremare – Narrativa
Anna Maria Folchini Stabile
Annamaria Stroppiana Dalzini

24 aprile 2013, 114 p., brossura
ISBN 978-88-907190-3-5

TraccePerLaMeta Edizioni

tplm-acquista-online

119_Memorie_intrusive_Ilaria_Celestini900

E’ un atto di coraggio, di soccorso, di difesa, prima ancora che una silloge poetica la recente raccolta di Ilaria Celestini “Memorie intrusive”.

L’argomento trattato, l’abuso a sfondo sessuale, è insolito per un’opera di poesia e questo non tanto perché i poeti non affrontino, di tanto in tanto, qualche argomento scabroso e “scomodo” che si discosta dal repertorio da loro più frequentato, quanto perché i poeti tendono a trattare i temi prescelti partendo da un punto di vista egocentrico, centripeto, ponendo se stessi e il proprio vissuto al centro del mondo o, se vogliamo, al centro del problema.

Anche se uno spunto autobiografico compare, tuttavia, in quest’opera la prospettiva è estensiva, altruistica, universalizzante.

Ilaria Celestini cover libroLa poetessa, più che dolersi di una condizione propria ed esclusiva, enfatizzandola, sembra voler dar voce al dolore di chi voce non ha più, divenendo testimone e apostolo di una religione che tutela le ragioni e i diritti di ogni vittima della violenza.

I mezzi letterari impiegati sono semplici assai:

si tratta di una prosa lirica “frammentata” in versi in modo spontaneo, istintivo e quasi casuale, senza preordinamenti strutturali di ordine retorico o metrico.

Nondimeno il dettato poetico ha grande limpidezza, spiccata valenza comunicativa e se a tratti cede all’enfasi sentimentale, procede costantemente sull’ala di una sensibilità, di una misura, di un gusto tutt’altro che ordinari.

Queste qualità di equilibrio e di grazia, d’altra parte, sono necessarie e irrinunciabili in quanto l’autrice, trattando il tema dell’abuso e, per esteso, di ogni forma di prevaricazione, condizione che si riduce sempre a una dinamica diretta, interpersonale, pone l’argomento, non già come ci si aspetterebbe, sempre in un aprioristico e deliberato atteggiamento di condanna e di deplorazione, ma, dimostrando grande coraggio e intelligenza, affrontandolo talora ( v. “Ci sono giorni”, “Finiscimi” oppure “Fino alla disperazione”) in un’ottica “borderline”, lungo quella linea di confine, ambigua e misteriosa, che sta tra vitalismo e incoscienza, affidamento e dipendenza, bisogno affettivo e degradazione, scelta, più o meno conscia, e destino.

Relativismo quindi? E quindi “comprensione”, “giustificazione” della violenza, come componente inevitabile della natura umana, come “mistero naturale” immanente e necessario?

No certo, perché a fare da spartiacque fra libertà e crimine, fra sessualità e abominio, Ilaria pone, sacro e irrinunciabile, riservato non solo all’infanzia ma a tutte le età della vita, il concetto di un amore integrale, generoso, inteso soprattutto come tutela della dignità della persona amata.

Quest’opera quindi non è solo un commosso e solidale tributo a tutte le vittime di ogni tipo di sopraffazione ma lo spirito che la sostiene e la alimenta è principalmente e profondamente etico invocando quel “buon senso” che fra tutti i sensi umani, se non appare come il più esaltante sovente risulta , in definitiva, quello più opportuno e prezioso.

Alla delicatezza eufemizzante, tutta femminile, talora floreale, talaltra sognante, che contrassegna la strofa conclusiva di alcune di queste liriche (v. “Questo cielo sommerso”, “Nascerà”, “Addio piccolo sogno”), alla sincera commozione e alla empatica condivisione del dolore, sovente si affiancano il coraggio e la speranza di riscatto e di rinascita, metafora della vita che non vuole finire, che non vuole arrendersi, che non vuole nascondersi e annullarsi nella vergogna e nella sconfitta.

I trenta titoli di questa raccolta sono in realtà un’unica, ininterrotta lirica, un discorso continuo sul bisogno d’amore, sulla sua forza ineluttabile, sui suoi martirii e sulle sue catarsi e trovano forse la loro sintesi e la loro realizzazione poetica più compiute nelle tre terzine, intense e struggenti, de’ “I miei ricordi”.

“Memorie intrusive”, questa a un tempo disinibita e serena elegia dell’innocenza tradita, al di là del suo valore strettamente letterario, è un’opera carica di tensione interiore, vera, autentica, che tocca il cuore.

Travagliato, 9 giugno 2014

Luciano Domenighini

Memorie intrusive

Collana Indaco – Poesia
Ilaria Celestini

27.1.2014, 60 p., brossura
ISBN 978-88-98643-11-0

TraccePerLaMeta Edizioni

tplm-acquista-online

Memorie Intrusive (Collana Indaco – Poesia) [Formato Kindle]

amazon-kindle

119_Memorie_intrusive_Ilaria_Celestini900

Descrizione prodotto
Sinossi
Questo libro è la summa di pensieri e ricordi dolorosi che, se anche si vive la consapevolezza che sono legati a un passato ormai lontano cronologicamente e psicologicamente, sono impossibili da annullare, da metterci una pietra sopra e far finta che non siano accaduti, perché la traccia che hanno lasciato nella sensibilità della donna è indelebile. […] La silloge non è solo una chiara denuncia sociale di ciò che spesso accade nel mondo, nel nostro paese o nella casa dei nostri vicini, ma di quanto sia importante e imprescindibile denunciare fatti [indecorosi] affinché si impedisca [alle] persone malate di perpetuare le proprie devianze e si metta al bando una volta per tutte la falsa e denigrante definizione di “sesso debole”.

Dettagli prodotto
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 202 KB
Lunghezza stampa: 46
Editore: TraccePerLaMeta Edizioni (22 giugno 2014)
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B00LDVOV5A

kindle

126_i_cristalli_dell_alba_900

Leggendo quest’ultima opera poetica di Sandra CarresiI cristalli dell’alba (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014), si ha la percezione di una semplicità cristallina, a cui già prelude intenzionalmente e allusivamente il titolo, che si accompagna a una non comune complessità.

Nella raccolta, che consta di una cinquantina di componimenti, si mescolano sapientemente toni elegiaci, in cui l’autrice rievoca scene quotidiane di piazze dove un tempo si poteva conversare amabilmente e paesaggi che fanno da sfondo all’amore insieme passionale e colmo di commossa tenerezza, ai registri linguistici più forti dello sdegno contro le umane ingiustizie, contro i piccoli e grandi soprusi di ogni giorno, e soprattutto contro la violenza gratuita e assurda che si accanisce contro le vittime innocenti, e in quanto tale non è accettabile né in alcun modo ignorabile.

Così la poetessa raccoglie ed esprime il grido della giovane donna massacrata da chi un giorno giurava di amarla, la rabbia di chi si sente derubato nei propri diritti da chi sarebbe invece preposto a tutelarli, come i “cacciatori di poltrone” che con la sua garbata ma potente ironia stigmatizza.

Le pagine scorrono veloci, è un testo semplice, ma solo in apparenza; perché all’occhio del lettore esperto non sfugge la bellezza delle rime studiate in maniera giocosa, ma raffinata; o l’accorgimento, che ricorre puntualmente, così da configurarsi come un vero e proprio stilema della raccolta di liriche, della punteggiatura disposta in modo da creare l’effetto di pause del discorso parlato.

Ed è nella capacità di parlare a se stessa così come a chi non c’è più, a chi avrebbe molto da dire e a chi ha taciuto troppo, che si rivela la preziosità nascosta dietro il velame dell’eloquio fatto di parole quotidiane e comuni, ma ben lontane dalla banalità.

L’autrice ha il dono di quella che in psicoanalisi si potrebbe definire “personalità strutturata”: sul piano letterario e umano, questo significa la capacità di abbracciare ed esprimere i molteplici livelli dell’esistenza: l’amore adulto, che si dona e che sa gustare fino in fondo le gioie della vita; la consapevolezza della fugacità del tempo e delle terrene illusioni; la dolcezza dei ricordi di famiglia; il rispetto e lo stupore, per le bellezze della natura e del proprio ambiente; l’emozione per i piccoli gesti, per i colori, i sapori, e al tempo stesso, la capacità di manifestare, sempre, la solidarietà con chi è stato schiacciato dalla crudeltà insensata dell’uomo, e la dolorosa coscienza che ci sono limiti oltre i quali si entra nella tragedia, di fronte alla quale non è possibile, sul piano umano, un perdono.

Il riferimento agli orrori del nazismo rappresenta il culmine dell’arte dell’autrice, poetessa e donna di specchiata onestà intellettuale e dai valori cristiani profondi, radicati, vissuti; valori che non vengono meno di fronte al crimine per antonomasia contro l’umanità, ma che divengono condanna, per sempre, del male assoluto e di chi lo commise, che non potrà e non dovrà trovare mai, in alcun modo, giustificazione od oblio.

Lo stesso vale, sul piano umile della quotidianità, per le piccole e grandi violenze di comune criminalità, certamente infinitamente meno grave, e incommensurabile, rispetto alle tragedie della storia, ma non per questo accettabile supinamente, nel nome di un ipocrita buonismo.

Tutti coloro che violano la dignità di una persona, a qualunque livello, sono per la poetessa, da  esecrare, nella negatività dei loro gesti, come chi profana la nostra casa, la nostra intimità, o il nostro legittimo diritto a essere tutelati e non oppressi.

Non è facile manifestare la rabbia di fronte alle ingiustizie, e Sandra Carresi riesce a farlo con grazia, con l’eleganza di chi non esprime rancore, ma semplicemente, non si rassegna.

E’ una raccolta che vibra di vita, dolce come le luci dell’alba e profonda come la notte che fa da cornice all’amore; che sa parlare dell’universo e al tempo stesso è radicata nei momenti conviviali e di amichevole intimità.

Ed è soprattutto un inno, un inno alla vita, nella molteplicità delle sue sfumature, tratteggiate con uno sguardo sereno, attento, partecipe, profondamente sincero, consapevole del dolore e della fragilità della condizione dell’uomo, e insieme colmo di tenerezza e di bene.

ILARIA CELESTINI

Brescia, 15.04.2014

I cristalli dell’alba

Collana Indaco – Poesia
Sandra Carresi

25.3.2014, 100 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
ISBN 978-88-98643-16-5

TraccePerLaMeta Edizioni

tplm-acquista-online

Sabato 7 giugno 2014 – ore 17:30
Presentazione del libro “Memorie intrusive” di ILARIA CELESTINI

acquista_online_tplm

Fotografie di Laura Dalzini

LIBRERIA TARANTOLA
Via Porcellaga 4
BRESCIA
Tel. 030-49300
Mail. info@tarantola.it

Ha condotto la presentazione
Lorenzo Spurio
–scrittore, critico letterario –

Letture di Paola Surano
-poetessa-

Memorie intrusive - Ilaria Celestini

Sarà presente l’autore.
La S.V. è invitata a partecipare.

Acquista il libro online:

119_Memorie_intrusive_Ilaria_Celestini900

Presentazione del libro “Memorie intrusive” di ILARIA CELESTINI

LIBRERIA TARANTOLA
Via Porcellaga 4
BRESCIA
Tel. 030-49300
Mail. info@tarantola.it

Sabato 7 giugno 2014 – ore 17:30

Condurrà la presentazione
Lorenzo Spurio
–scrittore, critico letterario –

Interverrà
Fabio Amato
–poeta e pedagogista-

Letture di Paola Surano
-poetessa-

Sarà presente l’autrice.

La S.V. è invitata a partecipare.

Memorie intrusive - Ilaria Celestini

Sarà presente l’autore.
La S.V. è invitata a partecipare.

Acquista il libro online:

119_Memorie_intrusive_Ilaria_Celestini900