museo_appenzellerL’Appenzeller Museum è nato nel 2009 come museo etnografico di famiglia.
Rapidamente si è espanso nello spazio e nella tipologia degli oggetti raccolti, anche grazie a numerose importanti donazioni.
Oggi copre, nelle sue varie sezioni, un’area di 300 mq con decine di migliaia di “pezzi”, che coprono i più svariati interesse, ed è ubicato nelle prestigiose ex scuderie del conte Puricelli a Lomnago.
E’ stato ideato e viene gestito dall’ingegner Liborio Rinaldi.
Il museo è oggetto di numerose visite da parte di privati, associazioni, scuole; su di esso sono stati fatti servizi da parte di La6, Rete 55 e recentemente da Varese News.
Nell’ampia corte si sono tenute rappresentazioni teatrali e si è svolto un raduno di Ferrari e auto d’epoca.

La Voce del Museo vuole essere un metodo veloce per raggiungere tutti contrabbandieri di cultura. Viene inviato mensilmente per e-mail.
Sul sito www.museoappenzeller.it viene creato un archivio storico con la possibilità di scaricare i singoli numeri.

Agosto 2016, anno IV, numero 8

L’artista del mese: Annamaria Pecoraro (pag.6)

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2016-08-01-La-Voce_Pagina_06_Pecoraro



Sabato 24 Maggio 2014 ore 17:30

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

“Le Rime del Cuore attraverso i Passi dell’Anima”
di Dulcinea Annamaria Pecoraro

Sabato 24 Maggio 2014 ore 17:30
Biblioteca Comunale di Reggello
Via E. Berlinguer, 2—Cascia

Intervengono:
Cristiano Benucci: Sindaco di Reggello
Adele Bartolini: Vice Sindaco di Reggello

Moderatore: David Davitti

Relatori:
Sandra Carresi (Poetessa e scrittrice)
Gastone Cappelloni (Poeta)

Letture a cura di Simona Gonnelli
Accompagnamento musicale a cura di Alessandro Moschini

Graditi ospiti:
Lorenzo Spurio (critico recensionista, Dir. Della Rivista letteraria Euterpe), Marzia Carocci (critica recensionista, poetessa), Elena Leica (poetessa), Leonardo Manetti (poeta), Piero Giunti (Presidente del Consiglio Provinciale di Firenze), “Mi Rock” (Milly Ibarra– manager gruppi rock progressive)

Sarà presente l’autrice
INGRESSO LIBERO

evento fb: https://www.facebook.com/events/269082206597981/

http://bit.ly/R3rIuR

Presentazione reggellook

Dream Theater  -Tour 2014-Obihall -Firenze 21-01-2014

Tre ore di live che hanno infiammato l’Obihall. Il quintetto americano regala un concerto spettacolare al pubblico fiorentino. Tra passato, presente e futuro. La recensione di Annamaria Pecoraro.

Due atti di pura magia prog- metal, che solo “umili” professionisti come i Dream Theater sanno regalare. Sound elettrico e ritmi incandescenti che scaldano la temperatura dell’Obihall di Firenze. Dopo ben 10 anni, tornano a calcare la scena fiorentina. Il pubblico gradisce e accompagna con la voce i riff lunghissimi di John Myung al basso e John Petrucci alla chitarra.

La classe non è acqua, e con maestria, troviamo alla batteria Mike Mangini, acclamato nell’assolo di “Enigma Machine”. Sarà forse meno scenico del precedente collega Mike Portnoy, ma altrettanto ricco di personalità. La voce di James La Brie, tiene in alto le note e fa volare il tempo, il tutto accentuato dalle tastiere di Jordan Rudess.

Un quintetto di classe che rimbomba con energia in “The Enemy Inside” e “The shattered fortress”. Instancabili in “On the backs of Angels” (premiata con un Grammy Awards) o “The looking Glass”. Insuperabili in “Trial of tears” o “Along for the ride”.

Sembra di vivere un sogno e facile è perdersi nel gioco di luci, nei loro marchingegni sonori, negli arpeggi di tastiera. Ma sono proprio loro, a ricordare la realtà in “Breaking all Illusions”.

Piccoli video sketch, rivelano quanto questo gruppo sia avanti e abbia capito il connubio di essere tra la gente e in mezzo alle esigenze tecnologiche, con ironia. Portando così alla luce sorrisi e mostrano come sono visti “Around the word”.

Eh si, perché i Dream Theatrer celebrano due anniversari, il ventennale di “Awake” e un venticinquesimo di “When Dream and Day Unite”. “The Mirrow”, “Lie”, “Lifting shadows off a dream”, “Scarred”, Space-Dye Vest”, sono solo esempi di quanto la loro musica sia diventata la “Illumination Theory” per molti fan e/o gruppi nascenti. Un elogio alla loro sana follia musicale che ritrova il consenso del pubblico di ogni età.

E poi un salto nel passato con “Ouverture 1928”. Sicuramente un “Strange déjà vu”, che dipinge e fa ballare in “The dance of Eternity”, lasciandoci con una “Finally Free”, e con il loro sound intenso nelle vene, per molto tempo.

Annamaria Pecoraro