Luciano Domenighini

Luciano Domenighini è nato a Malegno (BS) nel 1952. Ottenuta la Maturità Classica, si è laureato in Medicina e ha svolto la professione medica quale medico di Medicina Generale, attività che svolge tuttora. Come letterato ha pubblicato, quale poeta, due raccolte poetiche: Liriche Esemplari (2004), Le belle lettere (2017); come critico letterario, un’antologia di profili critici di poeti emergenti (“La lampada di Aladino”, 2014) e, in veste di traduttore, due raccolte di traduzioni dal francese (“Petite Anthologie”, 2015, “Saggio di traduzione”, 2016) e una dal latino (“Poemi didascalici latini”, 2017).

POETI SATIRICI LATINI

Collana Avorio – Saggistica
Luciano Domenighini

Prefazione: Chiara Filippini
Postfazione: Niccolò Dell’Erba
Nota critica: Ilaria Celestini
Curatore: Ilaria Celestini
Direttore editoriale: Ilaria Celestini

11.2.2019, 320 p., filorefe

ISBN 978-88-85566-23-1

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Luciano Domenighini con traduzioni eleganti e scorrevoli che permettono una lettura dei Classici piacevole e intensa, vuole fare memoria di scritti immortali il cui valore attraversa e trascende i secoli. I poeti tradotti sono quattro: Orazio, Persio, Giovenale e Marziale. I passi scelti evidenziano realismo e misura in Orazio, idealità e intransigenza morale in Persio, risentimento e sarcasmo in Giovenale, mimesi e umorismo in Marziale. Quattro modi diversi di fare satira, quattro registri, quattro coni di luce che illuminano e svelano, in modi diversi, la società della Roma del primo impero e vizi e virtù della natura dell’uomo che resta immutato nel tempo.

LE BELLE LETTERE

Collana Indaco – Poesia
Luciano Domenighini

Curatore:Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
Direttore di Collana: Marzia Carocci
21.9.2017, 118 p., brossura

ISBN 978-88-85566-09-5

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Non è semplice scrivere poesia, così come non lo è mai aprirsi agli altri e rivelarsi anime nude, esseri speciali che del proprio io sanno consegnare a piene mani quel sentore di sensibilità da condividerne la forza o la fragilità umana. Ci sono autori che hanno quel “quid” originale, perché facili alla comunicazione del proprio pensiero e ci sono poi autori che, oltre a questo, hanno anche la capacità, la maestria, la preparazione a costruire versi ricchi di valore morale, evocativo, civico, introspettivo usando la tecnica/arte-poetica dove il verso viene avvalorato con stili e ottime costruzioni sintattiche. È il caso del nostro autore. Luciano Domenighini, in questa sua mirabile raccolta di versi, ha assorbito dalla poesia ogni riflesso e incanto donando al lettore l’eleganza dei versi, la padronanza degli stili e una grande emozionalità che dal primo istante propaga come effluvio di vissuto nelle anime attente e amanti di un’arte immortale.

(Dalla Prefazione di Marzia Carocci)

POEMI DIDASCALICI LATINI

(Traduzioni da Virgilio, Lucrezio, Ovidio)

Collana Avorio – Saggistica
Luciano Domenighini

13.4.2017, 304 p., filo refe
Curatore: Anna Maria Folchini Stabile
Prefazione: Chiara Filippini
Postfazione: Marzia Carocci

ISBN 978-88-98643-92-9

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Domenighini, appassionato e sensibile traduttore, sceglie di accostare tre giganti della letteratura latina: Lucrezio, Virgilio e Ovidio. Il filo conduttore del suo interesse è il poema didascalico, inteso non solo come strumento per tramandare conoscenze, ma soprattutto per rivelare la personalità di uomini e poeti straordinari che hanno ancora molto da dire al nostro mondo. Accostiamoci, dunque, alle opere dei poeti latini con rispetto, ma senza paura, senza timore, curiosi del mondo lontano che ci testimoniano, ansiosi di ritrovare noi stessi nelle loro parole, capaci di vederli nella loro singolarità e non in un piatto orizzonte atemporale che chiamiamo genericamente “classicità”.

SAGGIO DI TRADUZIONE

(da Valéry a Verlaine)

Collana Avorio – Saggistica
Luciano Domenighini

2.9.2016, 120 p., filo refe
Curatore: Marzia Carocci
Nota Interpretativa: Marzia Carocci
ISBN 978-88-98643-69-1

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Tre altissime interpretazioni di grande valore letterario che Luciano Domenighini traduce con estrema perizia e grande trasporto analitico: “La Jeune Parque” di Paul Valéry poema pubblicato nel 1917 “Cimitière Marin” di Paul Valéry poema pubblicato nel 1920 “Romances sans paroles” raccolta poetica di Paul Verlaine composta fra il 1872 e il 1873 e pubblicata nel 1874. Musicalità, ritmo, suono riprendono una danza al di là dell’idioma, quasi a sottolineare che la poesia senza musica è solo afona parola. Luciano Domenighini coglie la voce e l’anima dei due autori facendo propri i versi e il canto.

PETITE ANTHOLOGIE

Piccola Antologia di poesia francese:
Da Villon a Jammes

Collana Arancione – Antologie
Luciano Domenighini

27.3.2015, 182 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Mario Pietro Zani
Postfazione: Giordano Tedoldi
Nota Critica Di Quarta: Aldo Occhipinti

ISBN 978-88-98643-35-6

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Leggere la parola “antologia” sulla copertina di un libro, riporta immediatamente, per necessità lessicale ma anche per la consuetudine di ciò che abbiamo appreso sin dai banchi di scuola, all’immagine fredda e meccanica di una “raccolta di passi scelti di uno o più scrittori confezionata per scopi didattici”. Più forte è l’associazione quando, poi, riconosciamo all’istante i nomi degli autori, perché celeberrimi esponenti di una forte e consolidata tradizione letteraria. In realtà, quando la selezione dei testi di una “antologia” è frutto non di esigenze didattico-divulgative bensì del gusto e del percorso estetico, culturale e immaginativo del curatore, la parola “antologia” si carica di una valenza ben diversa.Villon, Desbordes-Valmore, Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Rimbaud, Laforgue, Jammes, Apollinaire, fulgidissimi testimoni della produzione poetica in lingua francese tra Quattrocento e Novecento, sono i maestri accolti nel volume.

LA LAMPADA DI ALADINO

Collana Sabbia – Critica Letteraria
Luciano Domenighini

1.8.2014, 304 p., brossura
Curatore Emanuele Marcuccio
ISBN 978-88-98643-22-6

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Il poeta, come tutti gli artisti, ha un ruolo scenico, istrionico, un ruolo sociale di intrattenitore, inteso allo svago, al piacere di un pubblico proteiforme e giudicante, casualissimo e disimpegnatissimo. D’altra parte si vuole che al poeta sia concesso il lusso della sincerità nel manifestare la propria indole e i propri moti interiori. A me piace invece pensare che egli sia, oltre che glorificatore asservito o impudico teatrante di se stesso, anche libero custode della parola. La Lampada di Aladino si occupa di venti poeti italiani contemporanei, sconosciuti o emergenti, dilettanti o “professionisti”. Se la poesia, fatto salvo, volta per volta, il grado della sua cara-tura formale, è, in definitiva, un atto d’amore, anche la critica, pur tanto nell’arida pedanteria dei suoi schematismi analitici quanto, per contro, nella barbara e supponente arbitrarietà che così spesso si arroga, quando non divaga in digressioni vanesie e narcisistiche ma si rivolge esclusivamente all’oggetto artistico, la critica, dicevo, nel suo approccio conoscitivo, nel manifestarsi come volontà di comprensione, può essere anch’essa un atto d’amore.