Comunicato stampa

Alciator evidenzia in ogni suo verso le varie piaghe del nostro vivere terreno in cui il problema dell’anziano, la distruzione nell’alcol, l’attesa di una carezza, diventano istanti di bisogno e di domande dove l’autore stesso cerca di darsi risposte, vuoi per colmare i silenzi interiori, vuoi per sentirsi parte di un mondo spesso distratto e cieco nei confronti delle debolezze e dei bisogni esistenziali di chi non ha voce o non ha la forza di alzarla.
Definirei il viaggio letterario di Alciator un lungo monologo che in primis dice a se stesso e poi lo estende a chi saprà ascoltare le sue invocazioni e costatazioni personali, così simili a tanti esseri umani.
Parole sofferte, ricerche di approvazioni e di asserzioni da parte di chi saprà ascoltare i suoi slanci emotivi in cui il sentimento e la sofferenza si abbracciano nell’unica voce che egli esprime: quella del cuore.
L’Autore usa le sue parole come sfogo emotivo, perché a lui non interessa se la poetica è tecnicamente perfetta, scritta in metrica, in verso sciolto o libero, a lui interessa l’espressione di un’anima da esternare con le proprie paure, tensioni o semplicemente sussurrare ciò ch’egli sente di dire in quel bisogno incondizionato di umanità e di necessità ad aprirsi verso il vivere quotidiano fatto di riflessi e di contraddizioni dove il buono e il cattivo vivono e convivono insieme.

MARZIA CAROCCI

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Il poeta, la maschera e il make-up

Collana Indaco – Poesia
Claudio Alciator

23.11.2014, 72 p., brossura
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
ISBN 978-88-98643-38-7

TraccePerLaMeta Edizioni

E’ possibile acquistare il libro direttamente sul sito del distributore: www.mescat.it
e su tutti gli shop online (Amazon, ibs, hoepli, ecc…) oppure ordinandolo in qualsiasi libreria.

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Comunicato stampa

I ricordi, la nostalgia, il bisogno di ritrovarsi nel nostro vissuto, nelle nostre radici e soffermarsi a riflettere di un tempo amato, consumato, appartenuto rendendosi conto poi, che per amore, affetto e dedizione, è possibile rivivere e riappropriarsi di un passato sempre vivo e presente in ogni giorno.
Un viaggio meraviglioso dove “fili rossi” uniscono ieri a oggi e dove un padre materialmente scomparso lascia tracce di sé per amore e protezione eterna.
Letizia Castaldo in questo suo libro/diario, ci apre la porta del suo essere bambina, poi donna e fenice di sé in quella ripresa vitale d’eterea farfalla in volo…
Bellissime immagini che l’autrice con grande carisma rende particolarmente vive e visive, momenti fatti di realtà mnemonica e di spiritualità necessaria al senso e al bisogno di credere per non sentirsi foglia al vento o granello di sabbia.
La vita ci mette spesso di fronte a prove difficili e la nostra debolezza umana diventa quasi palpabile e ben visibile a noi stessi; a volte vorremmo eliminarla, sradicarla, odiarla, molte altre volte, invece ne diventiamo parte e allora cerchiamo di trovarne il senso e magari sopravvivere proprio per ciò che ci ha regalato.

MARZIA CAROCCI

147_Lunghi-abbracci-di-filo-rosso_900

Lunghi abbracci di filo rosso…

Collana Oltremare – Narrativa
Letizia Castaldo

9.7.2015, 264 p., brossura
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
Direttore Collana Oltremare – Narrativa di TPLM: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-39-4

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Domenighini e la Francia in «Petite Anthologie»

I lirici francesi di quando ancora il mondo era tutto intero, i poeti delle primavere vagabondate in soli ormai lontani, i versi delle struggenti giovinezze insepolte li ritroviamo qui, in questa attenta selezione curata dal bresciano Luciano Domenighini e intitolata «Petite Anthologie» (edizioni TraccePerLaMeta, 182 pagine, 12 euro). La grande poesia francese, da François Villon a Francis Jammes, c’è tutta, restituita in un italiano fresco da un artista e intellettuale a tutto tondo.Nato a Malegno nel 1952, Domenighini coltiva da sempre con passione e competenza non solo la scrittura, ma anche la traduzione e la critica letteraria di autori italiani e stranieri, dai grandi del passato ai più modesti verseggiatori incontrati nel corso della sua carriera. Dotato di una solida e articolata preparazione metrica, retorica e stilistica, ha pubblicato nel 2004 la silloge «Liriche esemplari», ricevendo poi diversi premi a concorsi letterari nazionali. E a rendere onore al merito argutamente depositato in queste pagine è nella prefazione il francesista Mario Pietro Zani, secondo il quale «il senso di una traduzione come questa è nella passione che anima l’autore, nel fatto che egli ha amato questi poeti e non ha potuto fare a meno di riscriverli lui stesso, di entrare – in un certo senso – nella loro pelle e rifare a modo suo ciò che essi hanno fatto». Domenighini ha alle spalle una lunga frequentazione di libretti d’opere liriche celebri, come «Carmen», «Sansone et Dalila», «Manon», «Pelléas et Mélisande>. Riavvicinatosi ai poeti maledetti negli ultimi anni, «deluso da molte traduzioni – come osserva Zani – ha voluto provare lui stesso a rendere in italiano alcuni degli scritti di Verlaine, Baudelaire, Mallarmè, Apollinaire, Rimbaud, Laforgue, Jammes, Desbordes». E in appendice il curatore trova lo spazio per inserire una chicca: la traduzione di tre dei dodici, semisconosciuti, «Sonnets Cisalpins» di Gabriele dAnnunzio.F.MA.

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http://www.bresciaoggi.it/stories/2676_libri/1205957_domenighini_e_la_francia_in_petite_anthologie/

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Petite Anthologie
Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes

Collana Arancione – Antologie
Luciano Domenighini

27.3.2015, 182 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Mario Pietro Zani
Postfazione: Giordano Tedoldi
Nota Critica Di Quarta: Aldo Occhipinti

ISBN 978-88-98643-35-6

TraccePerLaMeta Edizioni

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VENERDI’ 22 MAGGIO 2015 ALLE ORE 21.00

Sala Consiliare, Palazzo Comunale, via Roma, 25, Bresso (MI)

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
GRAZIE AL DITO CHE MI INDICO’ LA LUNA

Un Cammino di umanizzazione dell’esperienza religiosa

Presentato da: Elena Belloni
Sarà presente l’Autore: P. GIOVANNI BELLONI del P.I.M.E. missionario per un ventennio in Asia

Dopo aver “vissuto”, in questo libro vuole “raccontare” come improvvisamente si è trovato tra le mani la “perla preziosa” che desidera condividere anche con la popolazione della Città che ha lasciato un cinquantennio fa.

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Foto di Laura Dalzini ©

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Grazie al dito che mi indicò la Luna
Un cammino di umanizzazione dell’esperienza religiosa

Collana Luce – Spirituale
Giovanni Belloni

Prefazione: Antonia Tronti
Postfazione: Ilaria Celestini

27.3.2015, 244 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-31-8

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Comunicato stampa

Un Dio di tenerezza infinita, che è vicino agli uomini e che si è fatto Uomo; un Dio che è Padre e Madre insieme, e che sostiene le Sue creature con misericordia e compassione; un Dio che è Amore, un Amore che permea di Sé il mondo intero e l’universo: la visione della vita di questo prezioso libro di Bruno Massaro è rasserenante e invita alla speranza.
E nel contempo è un testo che scava in profondità le miserie e le debolezze umane, puntando il dito sui mali che affliggono la società del benessere.
(…)
Con taglio sociologico, ma anche psicologico e filosofico, l’autore compie un viaggio metaforico alla ricerca dei fondamenti della religiosità più autentica, che va oltre le appartenenze individuali, oltre i rituali e oltre le forme e le formule esteriori, per richiamare all’importanza di una scoperta e di una riscoperta di un rapporto più intimo con Dio, con lo Spirito vitale che dona vita alla dimensione materiale e all’anima.

(dalla postfazione di Ilaria Celestini)

143_Il_profondo_Respiro_dell_Anima_900

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Il profondo Respiro dell’Anima

Collana Luce – Spirituale
Bruno Massaro

Introduzione: Don Arturo Balduzzi
Postfazione: Ilaria Celestini

13.4.2015, 162 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-34-9

TraccePerLaMeta Edizioni

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Venerdì 17 aprile 2015 ore 18

presso il Caffè Letterario
(Via Cesare Beccaria, 10 – Brescia)

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
IL PROFONDO RESPIRO DELL’ANIMA

La dott.ssa Ilaria Celestini
(poetessa, scrittrice e critica letteraria)

INTERVISTA L’AUTORE
Dott. Bruno Massaro

Introduzione di
Don Arturo Balducci
(Parroco di Gottolengo)

“Il sé è la parte migliore di noi stessi; rappresenta il nostro Spirito.”

Un Dio di tenerezza infinita, che è vicino agli uomini e che si è fatto Uomo; un Dio che è Padre e Madre insieme, e che sostiene le Sue creature con misericordia e compassione; un Dio che è Amore, un Amore che permea di Sé il mondo intero e l’universo: la visione della vita di questo prezioso libro di Bruno Massaro è rasserenante e invita alla speranza.
E nel contempo è un testo che scava in profondità le miserie e le debolezze umane, puntando  il dito sui mali che affliggono la società del benessere (…)
Con taglio sociologico, ma anche psicologico e filosofico, l’autore compie un viaggio metaforico  alla ricerca dei fondamenti della religiosità più autentica, che va oltre le appartenenze individuali, oltre i rituali e oltre le forme e le formule esteriori, per richiamare all’importanza di una scoperta e di una ri-scoperta di un rapporto più intimo con Dio, con lo Spirito vitale che dona vita alla dimensione materiale e all’anima.

(dalla Prefazione della Dott.ssa Ilaria Celestini)

www.laportadelcuore.org

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143_Il_profondo_Respiro_dell_Anima_900Il profondo Respiro dell’Anima

Collana Luce – Spirituale
Bruno Massaro

Introduzione: Don Arturo Balduzzi
Postfazione: Ilaria Celestini

13.4.2015, 162 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-34-9

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Comunicato stampa

Il testo, a opera di p. Giovanni Belloni, sacerdote missionario del PIME di Milano, è ascrivibile al genere dell’autobiografia spirituale e della testimonianza, pubblicato dietro esplicita richiesta dei numerosi amici ed estimatori della singolare esperienza dell’autore.

Nella ventina di capitoli di cui si compone il racconto, infatti, viene tracciata la storia della vocazione prima al sacerdozio e alla vita attiva nelle missioni del Bangladesh, dove p. Belloni ha trascorso un servizio più che ventennale, dirigendo anche l’Istituto per l’assistenza ai malati di lebbra, e, in un secondo momento, la maturazione della vocazione contemplativa con la pratica dell’ascesi cristiana condotta secondo la modalità tipicamente orientale e in particolare induista dell’ashram: una comunità di preghiera, servizio e meditazione, aperta a persone di ogni parte del mondo e di tutte le fedi e gli orientamenti filosofici.

La narrazione, condotta in prima persona, è una sorta di diario, che mai indulge al compiacimento narcisistico o al gusto dell’esotismo e della curiosità, ma, puntualmente, senza reticenze, esprime i dubbi, le difficoltà materiali e soprattutto morali che una simile scelta comporta.

Particolare risalto viene dato all’esperienza del deserto, in senso spirituale, dove la notte dell’anima ben nota anche a Madre Teresa di Calcutta e a tutti i mistici, conduce a esplorare modalità di vivere la religiosità in modo più intimo e personale, nella ricerca interiore di Dio e nel contempo porta a scoprire la dimensione profondamente olistica, in cui tutto è uno, dell’essere umano e del mondo.

Grazie agli insegnamenti di un maestro di yoga, infatti, p. Belloni ha potuto prendere consapevolezza dell’importanza del corpo, come strumento di aiuto e servizio al prossimo, ma anche a se stessi, da non idolatrare ma al tempo stesso da conoscere e rispettare, quale vero e proprio tempio dello spirito che ci permette di comunicare e interagire con gli altri.

Il vero insegnamento spirituale, però, è stato per l’autore il rapporto con p. Bede Griffiths, monaco camaldolese per quarant’anni in India, dove ha guidato una comunità ashramitica internazionale, seguendo a sua volta l’esempio di altri sacerdoti cattolici che hanno costruito comunità in dialogo interreligioso nel rispetto delle tradizioni locali e nella fedeltà all’identità cristiana.

Padre Griffiths diviene per l’autore il guru per antonomasia, colui che lo introduce all’esperienza spirituale più autentica con Dio e al fiorire della propria seconda vocazione, quella monastica e contemplativa, che non è fuga dal mondo o dalle difficoltà della missione, ma è un’immersione al centro del mondo stesso, dell’universo e del proprio cuore, nell’unità di corpo-mente-spirito per essere ancora di più al servizio degli uomini del proprio tempo e della nostra travagliata società.

Tornato in Italia, infatti, p. Belloni ha condotto esperienze di tipo meditativo e contemplativo ashramitico, dove persone in ricerca interiore e spirituale potessero fare un profondo e  autentico silenzio dentro di sé, per scoprire o riscoprire, attraverso il deserto e il farsi tabula rasa dei rispettivi schemi usuali, la Presenza che sola dona significato all’esistere e al mondo.

Queste esperienze sono state sempre improntate al profondo rispetto della personalità e della libertà di ciascuno, dato che il vero guru non intende suscitare alcuna dipendenza psicologica, ma anzi, ha il compito primario di guidare alla scoperta di se stessi e del proprio peculiare percorso di vita.

In questo senso si spiega il titolo del libro, in cui il maestro spirituale è semplicemente un tramite verso la Meta ultima, un mezzo e non un fine, come il dito che secondo il proverbio indica ai viandanti la luna.

Un testo scritto in stile chiaro e colloquiale, utile a ogni tipologia di lettori, dal laico impegnato e ricco di domande sul significato della vita, al credente che desidera approfondire la dimensione vocazionale, al catechista che ha la possibilità di proporre una serie di riflessioni sul senso religioso più profondo, ai formatori in ambito scolastico, laicale o ecclesiastico, che possono trovare spunti ed esempi pratici sul percorso missionario e insieme contemplativo e sulla necessità di venire in aiuto ai molteplici bisogni degli occidentali contemporanei, spesso materialmente agiati, ma poveri di significato di fronte alla realtà del mondo e della quotidianità.

(ILARIA CELESTINI)

139_Grazie_al_dito_che_mi_indicò_la_Luna_900Grazie al dito che mi indicò la Luna
Un cammino di umanizzazione dell’esperienza religiosa

Collana Luce – Spirituale
p. Giovanni Belloni

28.3.2015, 244 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini
Prefazione: Antonia Tronti
Postfazione: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-31-8

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La silloge di Anna Scarpetta è una voce fuori dal coro, che attraverso molteplici tonalità invoca ciò che il cuore suo sente. La poetessa non s’inerpica nella ricerca di idiomi complicati e difficili costruzioni, ma scrive con estrema veridicità e semplicità in un verso prosastico liberatorio, rendendolo messaggio comprensibile e di grande senso civico/umano oltre che evocativo e riflessivo.

Ogni sua lirica è contemplazione e osservazione del mondo dentro e fuori di sé dove ogni elemento è valutabile: l’amore, la fede, la speranza e l’incanto. Un diario allo specchio grazie al quale la poetessa sfoga ogni sua indagine introspettiva in quell’incanto determinato dalla sua indubbia profondità d’animo che la contraddistingue.

La poetessa susciterà ricordi lontani e li ripercorrerà con la mente in quella osservazione che è peculiare di un’età matura dove l’importanza dei giorni trascorsi diviene energia per quelli da vivere.

Anna Scarpetta conosce, vive, assapora, abbraccia questo suo universo poetico con timidezza, con nostalgia, con dolore, con gioia e forte impatto emotivo. Il tutto con infinito amore per la poesia.

Nella sua voce sentiremo canti di un tempo, preghiere di fede e di domande, lacrime di perdite, ma tanta luce in fondo al cuore dove c’è spazio di attese, di speranze in quell’amore per la gente, per Dio, per la pioggia, per sua madre e per le GOCCE DI RUGIADA che Anna Scarpetta trasforma in delicate poesie.

(MARZIA CAROCCI)

141_Gocce_di_rugiada-Anna_Scarpetta900-Gocce di Rugiada

Collana Indaco – Poesia
Anna Scarpetta

28.3.2015, ebook formato kindle
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci

ISBN 978-88-98643-33-2

TraccePerLaMeta Edizioni

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Comunicato stampa

Esce nella collana “Collana Arancione – Antologie” di TraccePer LaMeta Edizioni: «Petite Anthologie. Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes», sotto la cura editoriale del poeta e aforista Emanuele Marcuccio. Nel Volume, con testo a fronte in lingua originale, il critico letterario e poeta Luciano Domenighini, sceglie e traduce poeti classici della letteratura francese tra Quattrocento e inizio Novecento:

François Villon,
Marceline Desbordes-Valmore,
Charles Baudelaire,
Stéphane Mallarmé,
Paul Verlaine,
Arthur Rimbaud,
Jules Laforgue,
Francis Jammes,
Guillaume Apollinaire.

L’opera si aprirà con una prefazione a cura del prof. Mario Pietro Zani e si chiuderà con una postfazione a cura dello scrittore Giordano Tedoldi. Chiuderà il libro una quarta di copertina con una nota critica a cura del poeta, scrittore e critico letterario Aldo Occhipinti.

Leggere la parola “antologia” sulla copertina di un libro, riporta immediatamente, per necessità lessicale ma anche per la consuetudine di ciò che abbiamo appreso sin dai banchi di scuola, all’immagine fredda e meccanica di una “raccolta di passi scelti di uno o più scrittori confezionata per scopi didattici”. Più forte è l’associazione quando, poi, riconosciamo all’istante i nomi degli autori, perché celeberrimi esponenti di una forte e consolidata tradizione letteraria. In realtà, quando la selezione dei testi di una “antologia” è frutto non di esigenze didattico-divulgative bensì del gusto e del percorso estetico, culturale e immaginativo del curatore, la parola “antologia” si carica di una valenza ben diversa.

Vieppiù, quando, oltre ad esserne il curatore critico, del “florilegio” di testi lo studioso è anche il traduttore – originale, appassionato e attento – il libro si carica di un valore del tutto diverso da quello solitamente attribuito alla parola “antologia”: non è più un semplice e sterile “raccoglitore”, bensì un’opera d’arte autonoma e compiuta in ogni aspetto. È il caso della presente Petite Anthologie, dove Luciano Domenighini dà la sua personalissima «testimonianza di una lettura disorganica e quasi casuale, dislocata e disseminata in un lungo arco di tempo di vita e sedimentata nella memoria come un frammentario bagaglio culturale specifico».

Villon, Desbordes-Valmore, Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Rimbaud, Laforgue, Jammes, Apollinaire, fulgidissimi testimoni della produzione poetica in lingua francese tra Quattrocento e Novecento, sono i maestri accolti nel volume. In appendice, poi, si aggiunge un nome che, tra tanti “puro sangue” così indiscussi e rappresentativi, può sembrare un “intrus”: è quello dell’abruzzese Gabriele d’Annunzio. Il camaleontico artista italiano, in realtà, avendo contribuito – prima, durante e dopo il suo soggiorno in Francia – alla storia letteraria d’Oltralpe con opere poetiche, narrative e teatrali vergate in francese, può e deve a buon diritto collocarsi all’interno della Répubblique littéraire française della Belle Époque. È così che, a chiusura di questa squisita Petite Anthologie, possiamo leggere – sapientemente tradotti – tre dei dodici Sonnets Cisalpins, opera quasi del tutto sconosciuta in Italia, che ha sancito l’avvio dell’esperienza letteraria in francese del d’Annunzio.

(ALDO OCCHIPINTI)

142_Petite_Anthologie_900Petite Anthologie
Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes

Collana Arancione – Antologie
Luciano Domenighini

27.3.2015, 182 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Mario Pietro Zani
Postfazione: Giordano Tedoldi
Nota Critica Di Quarta: Aldo Occhipinti

ISBN 978-88-98643-35-6

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